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Edizione di Martedì 8 Marzo – ultimo aggiornamento 15:35

Padova: vittoria per le coppie di madri – il tribunale dichiara inammissibili le cancellazioni degli atti di nascita.

Il Tribunale di Padova ha emesso una decisione significativa, dichiarando inammissibili oltre trenta ricorsi della Procura che miravano a rimuovere la seconda madre dagli atti di nascita di 37 bambini con due madri. Questa pronuncia è il culmine di una vicenda iniziata un anno fa, quando la Procura di Padova ha intrapreso azioni legali sulla base di una circolare del Ministero dell’Interno. Tale circolare chiedeva ai prefetti di impedire il riconoscimento, da parte dei sindaci, delle famiglie omogenitoriali. Analoghe richieste erano state avanzate da Procure di altre città, tra cui Milano, Bergamo e Lucca.

L’origine di questa controversia risiede nella mancanza di una legge nazionale che regoli il riconoscimento dei figli delle coppie dello stesso sesso, in particolare delle coppie di donne. La Procura di Padova, dopo aver depositato i ricorsi, ha successivamente cambiato parzialmente posizione, chiedendo al Tribunale di sollevare la questione di legittimità costituzionale. Tale richiesta si basava sull’idea che l’esclusione delle coppie di madri lesbiche e dei loro figli dalle norme sull’accesso alla fecondazione assistita eterologa e sulla registrazione degli atti di nascita violasse i diritti fondamentali dei bambini.

Oggi, il Tribunale di Padova ha respinto la richiesta di cancellare gli atti di nascita dei bambini con due madri, stabilendo che tali registrazioni non possono essere eliminate. Questa decisione è stata accolta positivamente dalle famiglie omogenitoriali coinvolte, le quali sono state assistite dall’associazione per i diritti LGBT+ “Rete Lenford”. Tuttavia, questo verdetto si inserisce in un contesto più ampio di dissonanze giudiziarie su questa questione in Italia.

A Milano, ad esempio, il Tribunale aveva precedentemente emesso una decisione simile, che successivamente è stata contraddetta e annullata dalla Corte di Appello. Al contrario, a Brescia, la Corte di Appello ha confermato la validità degli atti di nascita, in linea con la recente decisione del Tribunale di Padova.

La diversità di giudizi su un tema così cruciale riflette l’assenza di una normativa nazionale chiara in Italia che definisca come riconoscere legalmente i figli delle coppie dello stesso sesso. Attualmente, i riconoscimenti avvengono in modi diversi, attraverso l’adozione in casi specifici o tramite i riconoscimenti effettuati da alcuni sindaci a partire dal 2018.

La Corte Costituzionale italiana, a gennaio 2021, ha stabilito che l’assenza di una legge nazionale per riconoscere i figli delle coppie di madri violi i diritti fondamentali dei bambini, richiamando il legislatore a colmare questa lacuna. Tuttavia, i successivi governi e il Parlamento non hanno agito in questa direzione, lasciando un vuoto legislativo significativo.

Mentre in Europa 21 paesi consentono alle coppie di madri di riconoscere i loro figli, l’Italia rimane in ritardo su questo fronte. La mancanza di una legislazione chiara contribuisce a una situazione di incertezza giuridica, con giudizi divergenti che mettono in evidenza l’urgenza di una regolamentazione nazionale per garantire diritti e parità alle famiglie omogenitoriali italiane.